Il lusso italiano arriva in India
Il Sole 24 ORE - 11/10/2005
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Un grande shopping mall in India, un centro commerciale a Nuova Delhi o a Bombay riservato ai prodotti italiani di lusso e destinato a diventare polo di attrazione per tutta la metropoli. Sarà questo il punto di partenza di Altagamma, l'associazione cui partecipa una sessantina di imprese del lusso per un giro d'affari complessivo di 17,7 miliardi di euro.

Le prime trattative per aprire le porte del grande mercato asiatico sono già state avviate con il Governo indiano. " è un progetto di diplomazia commerciale unico- spiega Leonardo Ferragamo, presidente di Altagamma -. Abbiamo incontrato il ministro di Commercio e Industria, Kamal Nath, con il quale sono stati messi a fuoco alcuni aspetti preliminari ".

"L'obiettivo - aggiunge il vicepresidente Carlo Guglielmi - è affrontare alcuni temi come la contraffazione, i dazi o la burocrazia prima che siano lasciati al libero arbitrio ". Perché proprio l'India? Oggi i brand presenti si contano ancora sulle dita di una mano, ma molti, anche francesi, sono ai nastri di partenza.

Il perché lo spiega Michele Norsa, amministratore delegato di Valentino fashion group, che a novembre aprirà il primo negozio Valentino a Nuova Delhi, mentre Marzotto già da alcuni anni possiede una partecipazione di minoranza nella Givo, società indiana, quotata in Borsa, che produce abbigliamento uomo di fascia media. " è un Paese che offre straordinarie opportunità - dice Norsa, coordinatore del gruppo di lavoro Altagamma per lo sviluppo del business - molto più giovane della Cina: ci sono 400 milioni di abitanti tra 18 e 25 anni. è un Paese stabile, abituato alla democrazia, con struttura di leggi e regole chiare e cultura del prodotto molto raffinata ".



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" Inoltre - sottolinea Armando Branchini, segretario generale di Altagamma- l'India ha 67 milioni di abitanti con un reddito di 25mila dollari l'anno, come la media di Milano, e altri 22 milioni ogni anno entrano a far parte della classe borghese ".
Le controindicazioni non mancano. Ma su questo Altagamma sta lavorando. " Al ministro - spiega Ferragamo - abbiamo sottolineato tre aspetti da sistemare in tempi rapidi.

Il primo è la necessità di ridurre i dazi, un processo già avviato: oggi sono tra il 28 e il 35% e l'anno prossimo dovrebbero scendere sotto il 20%. Il secondo è l'abolizione delle barriere non tariffarie, a partire dalla burocrazia: su questo aspetto stiamo preparando un dossier con le esperienze dei nostri imprenditori. Il terzo punto riguarda le distorsioni normative più rilevanti, come il fatto che un'impresa straniera non può essere titolare di una licenza di distribuzione commerciale né avere la proprietà dei muri di un negozio ". Sul fronte dei dazi un esempio positivo è quello dell'accordo su vino e marmi: l'India li ha eliminati sui prodotti importati di alta qualità, ottenendo reciprocità per l'export dei propri prodotti di qualità inferiore.

A tutto ciò si aggiunge l'esigenza di avere personale e manager preparati. Proprio sulla formazione nei settori della moda e del design la Sda Bocconi, insieme ad Altagamma, ha messo a punto un progetto che prevede iniziative da realizzare in India a livello graduate e post graduate. " Gli indiani sono molto attratti dal lifestyle italiano e sono molto interessati a recuperare il gap con i cinesi, nei confronti dei quali c'è una competizione fortissima " sottolinea Gildo Zegna, vicepresidente di Altagamma, con una lunga esperienza sul mercato cinese. " Rispetto alla Cina c'è ancora una differenza di almeno dieci anni, ma le cose cambieranno in fretta. Il volano, una volta in moto, diventerà sempre più veloce.

Si tratta di scaldare i motori e se l'Italia giocherà d'anticipo avrà più possibilità che in Cina ". Andata e ritorno. La sfilata dell'indiano Rocky S. a Milano. In India le aziende di Altagamma creeranno un fashion mall del lusso italiano